

ERA LUIGI BERNARDI
Mi piombava addosso con una telefonata alle nove di sera, quando le persone normali cominciano a mettere in tavola. «Naspini, ho prenotato. Domani sono lì. Svegliati presto.» Perché Luigi Bernardi era mattiniero. Una cosa che ho sempre perdonato male, anche a quelli che mi stanno simpatici. In macchina non funzionava il riscaldamento. Giravo un pezzo di Maremma a caso, e nel frattempo parlavamo. Anzi: parlavo, a quell’ora insana. Lui sembrava un totem. Restava affondato nel c